«Virus che curo, ma è come gli altri. Se l’Ordine mi caccia ho pronti gli avvocati»

Parla Riccardo Szumski, dottore e sindaco di Santa Lucia di Piave nel Trevigiano

di Silvia Madiotto

Il sindaco di Santa Lucia di Piave e medico di base Riccardo Szumski
Il sindaco di Santa Lucia di Piave e medico di base Riccardo Szumski

«Contro la dittatura e il tentativo di toglierci la libertà non posso stare zitto». Parole che si sentono pronunciare dai No Vax, meno di frequente da un dottore. Eppure è un medico di base che parla: Riccardo Szumski. È anche sindaco di Santa Lucia di Piave, in provincia di Treviso, e porta la fascia indipendentista al posto del tricolore. Rifiuta di vaccinarsi e non ci pensa proprio a vaccinare la gente a domicilio come previsto dall’accordo tra i medici di medicina generale e l’azienda sanitaria; in compenso ha partecipato alla manifestazione dei No Vax domenica a Conegliano.

Lei ha lottato contro il Covid per oltre un anno, perché ora partecipa a manifestazioni negazioniste?
«Macché negazionisti. Erano senza mascherina ma eravamo all’aperto, in Germania non è obbligatoria. Se qualcuno vuole farmi la guerra io non c’entro, sono libero quanto chi la pensa diversamente da me. Ma sono stanco delle imposizioni dopo un anno di regole, contro-regole e smentite».

Eravate tutti senza mascherina. Per chi era lì il virus non esiste?
«Io curo il Covid, non sono negazionista. Visito dieci pazienti al giorno, li curo a domicilio. È un virus come tanti altri».

Non aveva paura di contagiarsi in quell’assembramento?
«La paura è la porta che apre a qualsiasi malattia, debilita l’organismo. Ha paura chi ruba. I miei messaggi sono sempre positivi e tranquillizzanti. Non accetto il terrorismo di altri e di cui stiamo già vedendo le conseguenze economiche e sociali».

La mascherina è un obbligo, c’è un Dpcm.
«Un Dpcm illegittimo, e non lo dico io che faccio il medico. La Costituzione è stata disattesa. Io analizzo i problemi, non si può solo stare zitti, troppo comodo».

Lei contesta i protocolli sanitari e ha un grande seguito alla luce di questa battaglia. Qualcuno dice che c’è sapore di campagna elettorale. La politica quanto c’entra?
«Assolutamente niente. Ho le stesse posizioni da un anno, sono altri che le hanno cambiate. Uso farmaci collaudati, non sono uno stregone. Ho sempre fatto terapie a domicilio, ho avuto anche qualche ricovero ma i pazienti sono guariti. Sono sereno e in pace con la coscienza».

Perché non farà i vaccini a domicilio come i suoi colleghi?
«Devo fare il medico e vaccinare è una forzatura, non è mio compito. Tengo aperto il mio ambulatorio, non eseguo desideri superiori di cui non sono nemmeno convinto».

Per i sanitari è obbligatorio, invece lei non l’ha fatto.
«E perché dovrei? Il vaccino non evita di diffondere il virus. Manca il presupposto».

Coi vaccini l’ospedalizzazione e i decessi sono diminuiti.
«Non sono un No-Vax, per determinate malattie dico sì se i vantaggi sono superiori ai rischi. Bisogna proteggere le persone dalle malattie letali».

Guardi che anche il Covid uccide.
«Sono più i guariti che i morti. Come tante malattie è mortale, non ci sono malattie infettive non nocive. Dipende anche dal paziente, se ha interazioni particolari. Ho esperienza, so che si poteva fare meglio con una migliore cultura nei medici di base».

Sarà segnalato all’ordine dei medici dall’Usl 2 per la partecipazione alla manifestazione, e ha anche un esposto di un cittadino.
«Male non fare paura non avere, al resto penseranno gli avvocati. Non oriento nessuno, ai miei assistiti dico di vaccinarsi se ci sono elementi di beneficio superiori al rischio, agli altri lascio la scelta»

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