I tamponi sono farlocchi, inattendibili, fallaci: in una parola, falsi. Eppure i test Pcr sono stati lo strumento usato come ‘clava’ per poter adottare misure restrittive ai nostri danni sulla scorta di esiti che tutto sono tranne che realistici, con persone sane e asintomatiche, risultate positive, fatte passare per malati. Gli stessi che il mainstream faceva passare per “contagiati”, per “untori”, “appestati”. Lo stesso prof. Palù, il più autorevole tra i virologi italiani ed europei, oggi presidente Aifa, lo diceva in tempi non sospetti che gli asintomatici non erano “né malati, né contagiosi”. Leggi
Così, al rientro delle vacanze 2020, incentivate dal governo, il teorema è stato quello di dare la caccia ai sani, agli asintomatici, dando loro la colpa di aver fatto balzare in alto la curva dei “contagi” perché appunto si erano permessi di rilassarsi dopo mesi di reclusione forzata e diritti negati in nome di una presunta pandemia.
E col pretesto della tutela della salute, sono seguiti lockdown nazionali e locali imposti da governanti incapaci, sindaci e governatori sceriffi che con le loro folli azioni hanno lasciato morire migliaia di imprese, l’economia reale rasa al suolo; sfornato milioni di disoccupati, adottato inutili obblighi di mascherine all’aperto, distanziamenti punitivo; la scuola distrutta da scellerate e allucinanti politiche governative, con bambini e adolescenti in dad o costretti a stare bardati anche al banco per ore e ore.
E poi la messa in scena delle ambulanze a sirene spiegate per terrorizzare come già facevano i tg, di reparti covid intasati, di terapie domiciliari efficaci negate in nome del dio vaccino e, cosa assai grave, di migliaia di persone gravemente malate di altro intanto decedute per mancanza di cure e prestazioni sanitarie: decine di migliaia, probabilmente più dello 0,2% dei morti attribuiti al virus in quindici mesi.
Perché, in fondo, il covid e ora le presunte varianti, è stato, è e continuerà ad essere un enorme business, dal momento che il virus è diventato solo politico, in Italia e in Ue, a differenza di moltissimi altri paesi nel mondo: basta guardare la Cina, da dove tutto è partito, dove da oltre un anno non esiste più nulla. Tutti liberi. Nessuna propaganda per i vaccini come nel Belpaese. Eppure nel gigante asiatico vige un regime dittatoriale di stampo comunista.
Una montatura, dicevamo, come gonfiati sono appunto i numeri dei cosiddetti casi “positivi” al Covid e dei decessi (Leggi Zaia), di cui abbiamo già ampiamente parlato su Secondo Piano News, inseriti nel calderone covid nonostante fossero sofferenti di altre gravi patologie concomitanti, ma che avevano un test positivo praticato a cicli amplificati anche post mortem.
L’offensiva di un team di legali coraggiosi: “Smonteremo l’inganno dei test pcr”
Ora c’è un gruppo di legali, guidati dall’avvocato Mauro Sandri, che ha promosso azioni che potrebbero smontare il modus operandi adottato finora da governo, Cts e i cosiddetti esperti onnipresenti in tv, compresi i vertici dell’istituto superiore di sanità nonché l’Oms, che sovrintende a tutta l’operazione terroristica del covid.
Come in Portogallo, in Svezia e in Austria, paesi in cui le rispettive autorità hanno messo al bando i tamponi perché ritenuti appunto inattendibili, il team dell’avvocato Sandri, composto anche dagli avvocati Nino Filippo Moriggia, Maurizio Giordano e Marco Picenni, è riuscito a produrre una corposa documentazione giuridico-scientifica per dimostrare ai giudici italiani che i test Pcr non sono attendibili a rilevare il cosiddetto Covid (lo Spallanzani mesi fa aveva avviato una sperimentazione per poter distinguere se al tampone si risultava positivi al covid o all’influenza, ma al momento non ci sono esiti). Lo studio allegato al ricorso è firmato dal prof. Stefano Scoglio, ricercatore, già candidato al Nobel per la Medicina nel 2018, che sostiene da 15 mesi come il Sars-Cov-2 (o covid) non sia mai stato isolato.
Il team ha presentato un ricorso d’urgenza al Tribunale Civile di Roma contro il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità in cui chiede di inibire a tutte e due le istituzioni italiane l’uso di questo strumento per confermare i casi di (presunti) contagiati e di conseguenza tutte le misure improprie utilizzate per contrastare quella che ormai in molti, nel mondo scientifico, definiscono una “presunta pandemia”.
Il ‘trucco’ dei cicli o delle amplificazioni. Anche il microbiologo Rigoli lo aveva svelato: “Più aumentano più si rilevano frammenti morti e inattivi di virus di vecchie influenze”
Nel ricorso l’avvocato Sandri e gli altri legali, riporta Affari Italiani, per pervenire ad un calcolo corretto dei casi di persone contagiate, citano uno studio pubblicato su PubMed e sulla rivista Clinical Infectious Diseases della Oxford Academic, “Correlation Between 3790 Quantitative Polymerase Chain Reaction–Positives Samples and Positive Cell Cultures, Including 1941 Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2 Isolates”,
dove si spiega come l’amplificazione attendibile per trovare il virus Sars-Cov-2 sia quella che si posiziona tra le 20 e le 30 replicazioni, cioè 20/30 cicli. “Il virus non viene rilevato in coltura al di sopra di questo valore (25)”, scrive lo studio al centro del dibattito anche in Francia. Anche perché ad ogni ciclo si raddoppia la quantità di Dna. Quindi più cicli si effettuano minore è l’affidabilità della PCR ovvero la probabilità che quanto rilevato dalla macchina sia effettivamente il virus ricercato.
“Tutti i test scelti dall’ISS con l’uso della PCR ai fini della determinazione di ‘caso confermato’ sono tarati ed effettuati da un minimo di 35 ad ancora più cicli, 41, come provato dall’elenco dei tamponi utilizzati dall’ISS e sono totalmente inattendibili”, racconta l’avvocato Sandri ad Affaritaliani.it che lo ha intervistato.
Ah… l’attendibilità scientifica quindi è?
“Nessuna. I laboratori autorizzati sviluppano cicli da 35 e 41. Con questo metodo il virus lo troviamo ovunque”, risponde Sandri a AI.
‘Vediamo se ho capito, domanda il cronista. Le faccio un esempio per capire. Più amplifico e più trovo, ma non vuol dire che la parte infinitesima che trovo crei un problema di qualche tipo. Bevo dell’acqua da un pozzo o da un rubinetto. L’acqua è limpida. Amplifico la ricerca nell’acqua in modo esasperato. Potrei trovare tracce di cocaina o di arsenico perché ho esagerato tantissimo l’amplificazione, l’ingrandimento di ciò che cerco, perché queste sostanze sono ovunque. Mi viene in mente questo esempio a fronte di quandosi leggono quegli studi che raccontano l’aumento della cocaina nei fiumi delle grandi città. Ho capito bene?’
“Si, proprio così. Esempio azzeccato”, risponde l’avvocato Sandri.
Ma le persone dicono “però ci sono i morti…”. Come la mettiamo con i morti da Covid 19?
“I morti da attribuire al Covid sono tutti da vedere e verificare. Nessuno dal punto di vista scientifico attribuisce a loro il titolo di morti solo di Covid […]
Al proposito, nell’ultimo report dell’Iss di fine aprile è scritto che “su un campione di 7.199 deceduti per i quali è stato possibile analizzare le cartelle cliniche i morti che avevano zero patologie”, quindi da considerare morti di solo covid, “sono 214”. Volendo fare una progressione media sui circa 118mila decessi attribuiti al covid, il numero dei morti per il solo virus in 15 mesi potrebbe essere tra 2.500/3.000. Leggi il report
Cosa accade il 21 giugno al Tribunale di Roma?, domanda il giornalista a Sandri
“Ci sarà la causa. Io ho prodotto in causa i documenti di riferimento non contestati dall’avvocatura di Stato. Nell’atto giudiziario ho prodotto l’elenco delle case produttrici di tamponi da cui emerge appunto che il Ministero della Sanità sviluppa da 35 a 41 cicli per dimostrare che è fuori legge. L’ ECDC (European Center for Disease Control), cioè la massima autorità europea in materia sanitaria mi ha risposto confermando quanto dice la ricerca che cito nel ricorso è corretto. I cicli non devono superiori ai 24 o 25.
Leggi l’intervista integrale su Affari Italiani